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Successione legittima: a chi va l’eredità?

3 Dicembre 2021 | Autore:
Successione legittima: a chi va l’eredità?

Nella successione legittima, l’eredità viene ripartita privilegiando alcuni parenti prima di altri in considerazione della particolare valenza affettiva connaturata al rapporto familiare.

Il diritto ereditario o successorio è l’insieme delle norme che regolano le vicende riguardanti il patrimonio di una persona fisica per il periodo successivo alla sua morte. In pratica, il diritto ereditario disciplina la trasmissione dei rapporti giuridici, attivi e passivi, che facevano capo al defunto (cosiddetto de cuius), ai suoi eredi. Nel caso specifico di una successione legittima, cioè quella che si apre quando un soggetto muore senza lasciare testamento, la legge cosa prevede per la divisione dell’eredità tra gli aventi diritto? Più semplicemente, nella successione legittima a chi va l’eredità?

L’articolo 565 del Codice civile indica espressamente chi sono gli eredi, distribuendo le quote dell’eredità tra gli stessi secondo un preciso ordine dipendente dal grado di parentela con il defunto ovvero il coniuge; i discendenti (figli, sia legittimi sia naturali, e nipoti); gli ascendenti (genitori e nonni); i collaterali (fratelli, sorelle e cugini); gli altri parenti entro il sesto grado; lo Stato.

Successione legittima: quali sono le regole?

Nella successione legittima, l’eredità viene ripartita preferendo i parenti più vicini rispetto a quelli più lontani. Quindi, in generale:

  1. i figli succedono al padre e alla madre in parti uguali, escludendo tutti gli altri parenti, ad eccezione del coniuge. Il figlio unico eredita l’intero patrimonio;
  2. se mancano fratelli/sorelle e i loro discendenti, succedono i genitori in parti uguali o il genitore che sopravvive;
  3. in assenza di figli, genitori, fratelli/sorelle e loro discendenti, succedono i nonni, cioè gli ascendenti della linea paterna per una metà e quelli della linea materna per l’altra metà;
  4. se mancano i discendenti, i genitori e gli ascendenti, succedono i fratelli/sorelle in parti uguali, fatta eccezione per i fratelli/sorelle unilaterali, cioè quelli che hanno in comune un solo genitore, come vedremo nel dettaglio più avanti;
  5. in assenza di discendenti, genitori, fratelli/sorelle e loro discendenti succedono i parenti più prossimi entro il sesto grado;
  6. in mancanza di successibili, l’eredità si devolve allo Stato.

La successione legittima si attua anche quando il testamento è stato dichiarato nullo o è stato annullato, quando non contiene disposizioni relative al patrimonio del de cuius oppure dispone solo per alcuni beni, escludendone altri.

Come si divide l’eredità se manca il testamento?

Applicando le regole per la divisione dell’eredità appena esposte ne consegue che quando manca il testamento:

  1. se il defunto era sposato ma non aveva discendenti (figli) né ascendenti e neanche collaterali, tutta l’eredità spetta al coniuge superstite [1];
  2. se il defunto era sposato e aveva dei figli, il suo patrimonio viene ripartito tra il coniuge e i discendenti mentre rimangono esclusi gli ascendenti. In particolare, se aveva un unico figlio, l’eredità viene divisa a metà tra questi e il coniuge. Se, invece, i figli sono due o più, a questi spettano complessivamente i 2/3 del patrimonio da dividere tra loro in parti uguali e al coniuge rimane 1/3 [2];
  3. se il defunto era sposato ma non aveva figli, il coniuge e gli ascendenti concorrono assieme nella suddivisione dell’eredità. Più precisamente, 2/3 dell’eredità vanno al coniuge superstite mentre 1/3 va ai genitori in parti uguali;
  4. se il defunto era sposato ma non aveva né figli né genitori e sono presenti uno o più fratelli/sorelle, 2/3 dell’eredità spetta al coniuge e il restante 1/3 spetta ai fratelli/sorelle in parti uguali;
  5. se il defunto era sposato e non aveva figli ma ha lasciato sia i genitori sia i fratelli/sorelle, 2/3 dell’eredità vanno al coniuge superstite e 1/3 di eredità va suddivisa tra gli ascendenti e i collaterali ma ai genitori spetta almeno 1/4 dell’eredità.

Altra ipotesi è quella del defunto non sposato o il cui coniuge è già morto. In tal caso, se ha lasciato:

  • solo un figlio, a questi spetta tutta l’eredità;
  • due o più figli, agli stessi spetta tutta l’eredità da dividere in parti uguali [3];
  • solo i genitori e mancano figli, fratelli/sorelle e loro discendenti, il padre e la madre succedono in parti uguali [4]. Se mancano anche i genitori, succedono per metà gli ascendenti della linea materna e per metà quelli della linea paterna [5];
  • solo fratelli e sorelle, gli stessi succedono in parti uguali. I fratelli e le sorelle unilaterali, cioè quelli che hanno in comune solo il padre o la madre, conseguono però solo la metà della quota che conseguono i germani. In altre parole, ai fratelli e alle sorelle unilaterali spetta solo la metà della quota che spetta ai fratelli o alle sorelle bilaterali, quelli, cioè, che hanno in comune entrambi i genitori [6];
  • solo i genitori e i fratelli/sorelle ma non sono presenti figli, ai genitori spetta almeno 1/2 dell’eredità mentre la restante metà si divide tra i fratelli/sorelle [7].

In mancanza di coniuge, discendenti, ascendenti e fratelli o loro discendenti, l’intera eredità spetta ai parenti più prossimi entro il sesto grado [8]. Mancando anche questi, l’eredità è devoluta allo Stato [9]. La devoluzione dei beni allo Stato, però, può avvenire solo in presenza di determinati requisiti:

  1. il defunto doveva essere un cittadino italiano;
  2. mancano soggetti successibili, ovvero non c’è un testamento e non vi sono eredi o, pur essendoci, non vogliono accettare l’eredità o hanno compiuto gravi fatti lesivi nei confronti del defunto in vita e, quindi, sono “indegni a succedere”.

Rinuncia all’eredità o premorte degli eredi: cosa succede?

Quando i figli o i fratelli del defunto sono premorti oppure rinunciano all’eredità, subentrano nei loro diritti i discendenti, in virtù della cosiddetta rappresentazione.

In sostanza, l’eredità si divide per stirpi, cioè le quote che spetterebbero ai soggetti premorti o rinunzianti vengono attribuite suddividendole tra i rispettivi discendenti.

Tizio, non coniugato e senza figli, muore senza lasciare testamento. Aveva due sorelle, di cui una premorta che ha lasciato due figli. In tal caso, l’eredità di Tizio va per metà alla sorella ancora in vita e per metà viene divisa tra i nipoti, cioè i figli della sorella premorta, ai quali spetterà 1/4 ciascuno.

note

[1] Art. 583 cod. civ.

[2] Art. 581 cod. civ.

[3] Artt. 566 e 567 cod. civ.

[4] Art. 568 cod. civ.

[5] Art. 569 cod. civ.

[6] Art. 570 cod civ.

[7] Art. 571 cod. civ.

[8] Art. 572 cod. civ.

[9] Art. 586 cod. civ.

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