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E' morta Raffaella Carrà, aveva 78 anni

05 luglio 2021 | 16.51
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L'annuncio di Sergio Japino: "Ci ha lasciati. E’ andata in un mondo migliore". L'ombelico, il caschetto, la sessualità: tutte le innovazioni della diva pop italiana. Il cordoglio di Mattarella e Draghi

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Raffaella Carrà è morta. Ad annunciarlo è stato Sergio Japino, unendosi al dolore degli adorati nipoti Federica e Matteo, di Barbara, Paola e Claudia Boncompagni, degli amici di una vita e dei collaboratori più stretti. "Raffaella ci ha lasciati. E’ andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre", le parole di Iapino.

La grande artista, 78 anni, si è spenta alle ore 16.20 di oggi, dopo una malattia che da qualche tempo aveva attaccato quel suo corpo così minuto eppure così pieno di straripante energia. Una forza inarrestabile la sua, che l’ha imposta ai vertici dello star system mondiale, una volontà ferrea che fino all’ultimo non l’ha mai abbandonata, facendo si che nulla trapelasse della sua profonda sofferenza. L'ennesimo gesto d'amore verso il suo pubblico e verso coloro che ne hanno condiviso l'affetto, affinché il suo personale calvario non avesse a turbare il luminoso ricordo di lei.

Donna fuori dal comune eppure dotata di spiazzante semplicità, non aveva avuto figli ma di figli – diceva sempre lei - ne aveva a migliaia, come i 150mila fatti adottare a distanza grazie ad 'Amore', il programma che più di tutti le era rimasto nel cuore. Le esequie saranno definite a breve. Nelle sue ultime disposizioni, Raffaella ha chiesto una semplice bara di legno grezzo e un'urna per contenere le sue ceneri. Nell’ora più triste, sempre unica e inimitabile, come la sua travolgente risata.

Nata a Bologna il 18 giugno 1943 come Raffaella Maria Roberta Pelloni, la ballerina e cantante, dopo il debutto in televisione in "Tempo di danza" (1961), al fianco di Lelio Luttazzi, e nella commedia musicale "Scaramouche" (1965), nel 1970 approdò a Canzonissima, divenendo nota al grande pubblico. Fu così che la Carrà divenne la prima showgirl del piccolo schermo in bianco e nero.

Notevole successo ottenne nel 1984 con "Pronto, Raffaella", che raggiunse ascolti straordinari per la fascia meridiana. Conduttrice di "Domenica in" (1986) sempre per la Rai, nel 1987 passò per un breve periodo a Canale 5, per poi tornare nel 1991 a Raiuno con la trasmissione "Fantastico 12". Dopo una parentesi di quattro anni a Madrid, dove portò il programma "Hola Raffaella" per la televisione spagnola, è rientrata in Italia nel 1995 riproponendosi con successo in "Carramba! Che sorpresa" (1995-97 e 2002), trasmissione ispirata al varietà britannico "Surprise, surprise".

Ha quindi continuato a raccogliere consensi presentando "Carramba! Che fortuna" (1998-2000 e 2008) e "Segreti e … bugie" (1999), sempre su Raiuno. Nel 2001 ha condotto il Festival di Sanremo, nel 2004 il programma "Sogni", mentre dedicato alle adozioni a distanza è stato "Amore" del 2006. Nel 2007 è uscito "Raffica Carrà", raccolta videomusicale delle numerose sigle televisive che ha interpretato. Nel 2013 è tornata sul piccolo schermo su Raidue come coach del talent show "The Voice of Italy" ed è uscito il suo ultimo album "Replay". Nel 2015 ha condotto su Raiuno il talent show "Forte forte forte" e ha interrotto la sua partecipazione a "The Voice of Italy", ripresa l'anno successivo. Del 2019 è il suo ultimo programma "A raccontare comincia tu" su Raitre.

Tutti i primati della diva pop della tv italiana

Raffaella Carrà è stata una grande innovatrice della storia del piccolo schermo e al tempo stesso una diva pop capace di influenzare i costumi sociali. Nei varietà televisivi, ad esempio, fin dagli esordì, ha inserito per prima sequenze di canto e danza ispirate ai musical di Broadway. Ha reso le sigle dei programmi tv, partendo da 'Ma che musica maestro' di 'Canzonissima', dei grandi successi con milioni di dischi venduti.

Ha provocato scandalo con il primo ombelico mostrato sulla tv di Stato e con il 'Tuca Tuca'. E' stata la prima ad indossare un abbigliamento che oggi è classificato come "proto-glam". Il suo caschetto biondo ha cambiato il look di milioni di donne. Con il brano 'Luca' per la prima volta ha parlato di omosessualità in modo diretto e leggero, e non sorprende, quindi, se la Carrà sia diventata un'icona gay internazionale.

Ha insegnato alle donne che avere il libero arbitrio in camera da letto non era scandaloso, con canzoni come 'A far l'amore comincia tu'. Ha lanciato inni alla sessualità con brani come 'Tanti Auguri' ("ma girando questa terra io mi sono convinta che non c'è odio, non c'è guerra quando a letto l'amore c'è... Com'è bello far l'amore da Trieste in giù, l'importante è farlo sempre con chi hai voglia tu").

Il cordoglio delle istituzioni

"Sono profondamente colpito dalla scomparsa di Raffaella Carrà, un’artista popolare, amata e apprezzata da diverse e numerose generazioni di telespettatori in Italia e all’estero. Volto televisivo per eccellenza ha trasmesso - con la sua bravura e la sua simpatia - un messaggio di eleganza, gentilezza e ottimismo", il messaggio di cordoglio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha appreso con profonda tristezza della scomparsa di Raffaella Carrà. "Con il suo talento e la sua professionalità ha avuto un ruolo decisivo nel diffondere la cultura dello spettacolo in Italia. La sua risata e la sua generosità hanno accompagnato generazioni di italiani e portato il nome dell’Italia nel mondo. Agli amici e ai nipoti vanno le più sentite condoglianze di tutto il governo", si legge in una dichiarazione del premier.

"#RaffaellaCarrà resterà nel cuore di tutti noi. È stata la regina della televisione, un esempio di professionalità, creatività, garbo. Ha regalato allegria e spensieratezza. Ai suoi cari la mia più sentita vicinanza", scrive su Twitter il presidente della Camera Roberto Fico.

"Con la scomparsa di Raffaella Carrà se ne va la Signora della televisione italiana. Una donna di grande talento, passione e umanità che ci ha accompagnato per tutta la vita. Addio Raffaella”. Così il Ministro della Cultura Dario Franceschini dopo aver appreso della notizia della scomparsa.

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