“La ripresa dell’economia europea, con una stima di un +3,9% di crescita nel 2021 e del 4,2% nel 2022, dipenderà dalla velocità nelle vaccinazioni e dai lockdown, ma anche dalla velocità con cui verranno sborsati i fondi del pacchetto Next Generation Eu”, lo ha detto la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde al forum Reuters Next. Le stime di crescita che la Bce ha formulato a dicembre si basano su “ipotesi che riteniamo ancora corrette” ma dipenderanno da una serie di fattori: fra questi, che i lockdown per contenere la pandemia non vadano oltre la fine di marzo”, ha aggiunto la presidente Bce.

Solo due giorni fa la banca d’affari statunitense Goldman Sachs nel suo rapporto dedicato all’Europa aveva indicato per l’Italia la possibilità di una crescita del Pil di oltre il 6% nel 2021 grazie alla ritmo sostenuto con cui si sta implementando il programma vaccinale. Secondo il rapporto l’Italia avrebbe verosimilmente mantenuto il primato degli immunizzati anche nel secondo trimestre dell’anno. Eventuali crisi di governo potrebbero però complicare la situazione, anche per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi stanziati dall’Unione europea, altro fattore chiave per definire tempistiche ed entità della ripresa.

Come ha ribadito oggi Lagarade: “Dobbiamo essere veloci perché chiaramente abbiamo bisogno di una spinta costante, di bilancio e monetaria”. Per questo il Recovery fund “deve procedere speditamente e con efficienza, sulla base dei piani nazionali, alcuni già presentati e pronti per essere valutati, ci saranno critiche e manchevolezze, ma il lavoro procede. Speriamo che i prestiti partano rapidamente”. La presidente della banca centrale ha inoltre assicurato che se dovesse evidenziarsi la necessità di rafforzare il piano di acquisti titoli per l’emergenza pandemica Francoforte è pronta a farlo. Sinora il programma ha una dotazione di 1.850 miliardi di euro.

Una regolamentazione per le valute digitali – Lagarde ha poi rilanciato l’idea dell’euro digitale a cui la Bce sta lavorando da alcuni mesi. “Penso che l’euro digitale si farà” anche se i tempi non saranno immediati: “direi in non più di cinque anni, ma non sappiamo dove ci porterà l’accelerazione del fintech”, ha affermato la presidente aggiungendo che “occorre concordare a livello globale una regolamentazione” delle criptovalute e suonando una nota di allarme sull’estrema volatilità del bitcoin: un asset “altamente speculativo” e nel quale “l’utilizzo per attività di riciclaggio è considerevole”.

Come già accaduto in passato quando il bitcoin, e in generale l’universo delle centinaia di valute digitali esistenti, inizia a dare qualche grattacapo, regolatori ed autorità di vigilanza riaprono l’occhio che di solito tengono socchiuso sul fenomeno. Due giorni fa, in concomitanza con il crollo di oltre il 20% del bitcoin, la Fca (l’equivalente inglese della nostra Consob, ndr) ha avvertito i risparmiatori sui grandi rischi che corrono acquistando valute digitali spiegando che “Investendo in questo tipo di prodotto bisogna essere preparati alla possibilità di perdere tutto”.

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