radiazioni smartphone 5GIl 5G sarà la rivoluzione della rete. Dietro questa maschera di innovazione potrebbero nascondersi però delle pericolose insidie. Al di là dei costi esorbitanti c’è un’altra preoccupazione che accomuna tutti gli utenti del network di nuova generazione: quali saranno i rischi per la salute? Prendiamo in esame la questione.

 

5G: sarà pericoloso e quanto in più rispetto al 4G?

La controversia su “4G pericoloso o 4G innocuo” imperversa fin dalla sua nascita. Non possiamo negare che esporsi alle radiazioni emesse dai telefoni sia anche in minima parte pericoloso. Le frequenze utilizzate per portare il segnale dalle antenne fino ai nostri telefoni passa per l’etere ed attraverso tutto il nostro corpo. Ma c’è segnale e segnale.

L’attuale rete 4G è ben ottimizzata e la maggior parte dei costruttori ha adeguato i propri prodotti alla normativa che prevede un tasso di assorbimento standard che non deve essere superato. Il 5G usa frequenze diverse. Eredita le bande a 700 MHz oggi usate per il DVBT ed aggiunge le mmWave ad altissima frequenza che consentono, in un breve raggio di azione, di raggiungere velocità incredibili. Iliad, Vodafone, TIM, Wind, 3 Italia e Fastweb le utilizzeranno.

Avere una trasmissione a frequenza 26 GHz vuol dire diffondere nell’aria un segnale velocissimo che sfrutta una potenza considerevole a corto raggio. Ben più alta che di un corrispondente segnale a 2.4 GHz oggi usato per le trasmissioni di tipo wireless. Pensare di usare simultaneamente WiFi e 5G a 26 GHz solleva non pochi dubbi circa i pericoli per la salute.

I valori SAR potrebbero crescere in maniera proporzionale all’aumento delle frequenze. Fino a questo momento i ricercatori hanno rassicurato gli utenti circa la mancanza di una vera pericolosità dei sistemi. La stessa Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro (AIRC) aveva posto i paletti all’isteria di massa prospettando un report cautelativo in cui si è letto che:

“Gli studi epidemiologici retrospettivi e prospettici non hanno finora mostrato alcun legame tra l’uso del cellulare e i tumori cerebrali con l’eccezione del 10 per cento dei soggetti che hanno usato il telefono in modo molto intensivo”

Sostanzialmente si tratta di scendere ad un compromesso ed all’adozione di alcune sane abitudini di utilizzo. Il 5G non faciliterà però questa fase, visto e considerato che si prospetta un utilizzo decisamente alternativo al concetto di Plug&Play così come espresso da Huawei nel corso di una recente intervista. Ci sarà da preoccuparsi? Valuteremo insieme la situazione in vista di future analisi.

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