Orto, villa romana, campus Federico II: Open House racconta il bello di Napoli Est

Orto, villa romana, campus Federico II: Open House racconta il bello di Napoli Est
di Alessandro Bottone
Lunedì 28 Settembre 2020, 19:01
5 Minuti di Lettura
I quartieri della periferia orientale di Napoli ospitano le iniziative della seconda edizione di Open House Napoli, rassegna organizzata dall’associazione culturale Openness mettendo insieme architetti, comunicatori, esperti di sviluppo sostenibile, operatori culturali, sociologi e creativi. Sono sei gli eventi che si svolgeranno tra i quartieri Ponticelli e San Giovanni a Teduccio tra sabato 3 e domenica 4 ottobre.

Il «Parco dei Murales» di Ponticelli - progetto di riqualificazione artistica e rigenerazione sociale realizzato da INWARD Osservatorio sulla Creatività Urbana - accoglierà i visitatori in sei tour. Si ammirano le otto grandi opere di street art realizzate sulle facciate delle palazzine popolari in viale Aldo Merola e si entra in contatto con la comunità protagonista del programma di animazione territoriale iniziato nel 2015.

Per chi vuole imparare le tecniche sostenibili della coltivazione può partecipare alle visite nell'orto sociale nel parco comunale De Filippo a Ponticelli. Gli operatori di Maestri di Strada accompagneranno adulti e bambini nella scoperta delle bellezze della terra e del lavoro di crescita individuale e collettiva fatto in un quartiere che ha progressivamente perso la propria vocazione agricola. Un viaggio tra le essenze e i sapori che la natura restituisce dopo il sapiente lavoro dei giovanissimi del quartiere, e non solo. L'orto urbano di Ponticelli è al centro di un'altra iniziativa di Open House Napoli 2020: è quella realizzata da ricercatori e studenti del Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II che hanno svolto una indagine sui diversi centri aggregativi e sui progetti di recupero a Ponticelli. Un sorta di viaggio nelle diverse epoche storiche del quartiere di Napoli Est con visite a diversi luoghi-simbolo di consistenti cambiamenti.

Si racconta anche la villa romana di Caius Olius Ampliatus incastrata tra le palazzine del «Lotto O», tra Ponticelli e Barra. Un pezzo di storia da recuperare e valorizzare, come già da tempo fanno il Rotary Community Corp Napoli Est e l'associazione TerradiConfine. Un'area antica e precaria nella quale sono ben sintetizzate la quiete del passato e la frenesia del presente.

Gli altri due appuntamenti si svolgono a San Giovanni a Teduccio. Si parla di architettura contemporanea, ma non solo, nel corso della visita al Campus universitario della Federico II in corso Protopisani. L'ex area Cirio oggi accoglie studenti, imprese e luoghi di formazione tra cui la Apple Developer Academy Napoli: un progetto di riqualificazione urbana di grande successo.

Tra le strade di San Giovanni si svolge l’itinerario-laboratorio di “arteducazione” per grandi e piccini: la «Fiera dell’Est» è una passeggiata nei luoghi più significativi dal punto di vita storico, naturalistico, sociale e artistico del quartiere. Il tour è ideato da Maestri di Strada, dalle associazioni Trerrote, Gioco, Immagine e Parole e dai cittadini impegnati per la rivalutazione del territorio definiti «Monumenti umani». Il tour terminerà al Cultural Hub Art33 in piazzetta Bernardino Martirano rigenerata con e dai bambini del quartiere.

Tante altre iniziative di Open House Napoli 2020 sono previste in altri quartieri di Napoli con oltre 130 tra siti e percorsi nell'architettura, nel verde e nella creatività urbana. L’obiettivo è creare una riflessione sulle nuove forme dell’abitare, sugli spazi urbani e sulla centralità dell’architettura nella progettazione della città del futuro. La novità di questa edizione riguarda la sezione KidS con eventi e percorsi rivolti ai bambini: attraverso il gioco si sollecitano la percezione e la conoscenza della città.

«Open House Napoli cerca di raccontare la città nella sua interezza, in un’ottica policentrica, evitando di fossilizzarsi sulle gerarchie tra centro e periferia» afferma il direttore della rassegna Stefano Fedele. «È una manifestazione che guarda non tanto al passato ma soprattutto al presente e al futuro delle città. E il futuro a Napoli lo cogli solo guardando dalla prospettiva dell’area Nord ed Est della città. Il centro della città può essere interessato da processi di manutenzione dell’esistente, al massimo di rigenerazione». «Ma - aggiunge Fedele - per comprendere come e in quali direzioni Napoli si trasformerà, bisogna andare a San Giovanni, a Ponticelli: a visitare il Campus della Federico II oppure, insieme ai ricercatori del Dipartimento di architettura che lo stanno studiando, mettersi in marcia lungo “Ponticelli in Transizione”, sul percorso dedicato a un’area che è diventato un autentico laboratorio di sperimentazione di pratiche e modelli di creazione di spazi pubblici».

Un circuito per valorizzare realtà che lavorano nella periferia. «Open House Napoli è una vetrina importante per tutte le realtà che già tutto l'anno lavorano su questo territorio ma che ora hanno l'opportunità di arricchire il programma del week end e allo stesso tempo portarlo all'attenzione del resto della città» spiega Deborah Divertito, fondatrice della cooperativa sociale Sepofà, membro del coordinamento organizzativo di Open House Napoli. «La particolarità del festival è quella del racconto non solo dei luoghi dal punto di vista tecnico ma soprattutto della loro anima dal punto di vista emotivo. Molti edifici rappresentano la storia dei quartieri, come la Villa Romana a Ponticelli, o sono ora dei capolavori di rigenerazione urbana come l’ex plesso scolastico Giotto Monti, ora hub culturale Art 33». «Su questo territorio - evidenzia Divertito - l’unica strada possibile per la rinascita è quella della collaborazione e il coinvolgimento delle realtà che la animano, di coloro che hanno dato vita e che possono restituire una narrazione fatta anche col cuore. Una sinergia facile da costruire quando si lavora con la stessa passione e professionalità».

Informazioni su orari e dettagli dei singoli eventi - tutti gratuiti - sono disponibili sul sito web della rassegna (openhousenapoli.org). É obbligatoria la registrazione e durante le iniziative i partecipanti devono rispettare tutte le misure anti-covid. I numerosi volontari supporteranno il festival nell'importante lavoro di rispetto delle regole in materia sanitaria.
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