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verso l'olimpiade

Giochi di Milano-Cortina, è allarme impianti. Sala: "Preoccupa il futuro di San Siro"

Andrea Buongiovanni @abuongi

Il sindaco ospite del Consiglio nazionale Coni nel capoluogo lombardo: "Per avere un nuovo stadio mancano ormai i tempi tecnici". Il presidente Malagò: "I lavori procedono ma ci sono dei ritardi"

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Sedici giorni fa l’arrivo, via Pechino, della bandiera olimpica (lunedì, sulla medesima rotta, sarà la volta di quella paralimpica). Oggi intanto, dopo la Giunta Coni n. 1123 svoltasi all’Allianz Tower, ecco per la prima volta nel ventre di San Siro il Consiglio Nazionale (n. 288). Milano-Cortina 2026 è (quasi) dietro l’angolo e così il comitato olimpico, per onorare la città che della rassegna a cinque cerchi sarà sede centrale, sposta eccezionalmente le proprie periodiche riunioni da Roma al capoluogo lombardo. Ospite del Consiglio Nazionale è il sindaco Giuseppe Sala, categorico circa il fatto che la cerimonia di apertura dei Giochi, in programma il 6 febbraio 2026, si svolgerà nell’attuale San Siro. "Per avere un nuovo stadio - sostiene - tra ricorsi al Tar e possibili referendum, mancano ormai i tempi tecnici. Resterà un impianto degnissimo, ma non posso negare le preoccupazioni circa il futuro. Lo stadio è chiaramente legato a Milan e Inter, altri utilizzi è difficile individuarne. Io ho fatto tutto il possibile, continuo il dialogo, ma se le squadre sceglieranno strade diverse, come hanno manifestato di voler fare sin dall’inizio, potremo farci poco".

I GIOCHI IN ITALIA

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Giovanni Malagó, presidente del Coni, allarga il discorso relativo a tutti i siti di Milano-Cortina. "Nelle prossime ore - dice - verrà presentato il progetto per l’Arena di Milano Santa Giulia che ospiterà il torneo di hockey ghiaccio maschile e sul quale pende un ricorso al Tar. In generale c’è qualche ritardo, ma resto fiducioso. Circa il pattinaggio velocità pista lunga, il nostro dossier da sempre prevede si svolga a Baselga di Pinè. La materia è però oggetto del contendere, con tanti stakeholders, federazione internazionale in testa, che spingono in altra direzione. Io difenderò la scelta fino in fondo, ma è chiaro che, ragionando anche in termini di eredità olimpica, non potremo sostenere spese folli". Il riferimento è alla copertura della struttura.

CON L'UCRAINA

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Malagò non può non soffermarsi sulla situazione internazionale: "Stiamo svuotando i nostri magazzini per inviare, tramite il comitato olimpico ungherese, qualsiasi tipo di materiale al popolo ucraino. Anche da membro Cio sono in contatto costante con Sergey Bubka, leader del comitato olimpico nazionale. Mancheranno Paesi alla nostra Olimpiade? Occorre essere realisti: credo sarà inevitabile". Russia e Bielorussia, si sa, sono sospese da ogni attività internazionale.