Napoli

Ciro Colonna, innocente ucciso: presi gli assassini. La sorella: "Giustizia è fatta ma resta il dolore"

Manifestazione di solidarietà per Ciro 
Otto arresti (ci sono anche 4 donne) per il delitto avvenuto nel 2016 a Ponticelli. "Morì per errore. Ai killer non ho proprio niente da dire"
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"È morto per errore, quel colpo di pistola lo ha raggiunto al cuore. Ora giustizia è fatta, ma a chi ha ucciso mio fratello non ho nulla da dire". Mary, 24 anni, è la sorella di Ciro Colonna, vittima innocente di una faida di camorra, ammazzato per errore nell'agguato il cui bersaglio era un boss. Ciro aveva appena diciannove anni, il prossimo 29 aprile ne avrebbe compiuti ventuno, non sapeva niente di camorra e il suo sogno era andare all'estero e trovare "un lavoro onesto" con il suo diploma di ragioniere. Il pomeriggio del 7 giugno 2016 una serie di sfortunate coincidenze hanno legato il suo nome a quello di Raffaele Cepparulo, all'epoca dei fatti piccolo boss del rione Sanità ucciso in un circolo ricreativo di Ponticelli, dove si trovava anche il povero Ciro. Ieri la vicenda si è chiusa con gli otto arresti eseguiti dai carabinieri contro mandanti e killer. Figurano anche quattro donne: Giulio Ceglie, Cira Cipollaro, Anna De Luca Bossa, Luisa De Stefano, Vincenza Maione, Michele Minichini, Ciro Rinaldi, Antonio Rivieccio. Rinaldi mandante, le donne parte del gruppo che organizzò l'agguato.

La sorella di Ciro Colonna: "Lui ha avuto giustizia, ma a Ponticelli si spara ancora"


"Non so chi siano - commenta Mary Colonna, assistita dall'avvocato di parte civile Marco Campora - Ma so cosa successe quel pomeriggio. Mio fratello era sceso per andare alle Poste con un amico. Il suo telefonino si era rotto e così, non vedendo il suo amico, andò a chiamarlo a casa. Lui non era pronto, e poiché Ciro aveva intanto incontrato alcuni amici, decise di aspettarlo al circolo. Così si misero a giocare a biliardino. Poi arrivarono i due killer e spararono all'impazzata uccidendo chi dovevano uccidere (Raffaele Cepparulo, ndr) e gridando agli altri di rimanere immobili. Quando andarono via scapparono tutti, Ciro si mosse e gli caddero gli occhiali da vista. Da quello che mi hanno raccontato si chinò per raccoglierli e il killer sparò. Non lo prese a un braccio o a un fianco. No. Quel proiettile gli entrò in pieno petto uccidendolo". Ciro muore subito come Cepparulo, boss dei "barbudos" della Sanità protagonisti di una violenta faida portata avanti a colpi di stese e agguati dalle Fontanelle a Marano. Fedelissimo del boss Antonio Genidoni (poi arrestato), tanto da tatuarsi il suo nome sul petto. Poi Cepparulo cambia padrone e quartiere, si lega ai De Micco di Ponticelli, dove trascorre i pomeriggi nel circolo del lotto 0 di via Cleopatra. Finisce così nella guerra tra i De Micco e i rivali Rinaldi che ordinano il su omicidio. Le donne, che abitano tutte vicino al circolo ricreativo, informano i sicari dell'arrivo di Cepparulo nel circolo dove purtroppo si trovava anche Ciro.

"Mia madre piange da quando ha saputo degli arresti - racconta Mary Colonna - Ora è un misto di gioia e dolore. Mio padre fa il camionista, è fuori Napoli per lavoro e ha già chiamato centinaia di volte. Vorrebbe essere qui con noi, abbracciarci e condividere con noi questo momento che è di gioia ma che non lascia dimenticare il dolore. Seguiremo il processo udienza dopo udienza. Per Ciro".