Come segnalato in precedenza da Cointelegraph, la banca centrale della Nigeria ha vietato alle banche locali di offrire servizi agli exchange di criptovalute.

In reazione alla notizia durante la seduta plenaria di giovedì, il senatore Sani Musa del Niger East Senatorial District ha commentato:

"Le criptovalute sono diventate un mezzo di transazione globale in cui è impossibile identificare chi possiede cosa. La tecnologia è così forte che non vedo cosa possiamo fare a riguardo con la regolamentazione. Bitcoin ha reso la nostra valuta quasi inutile o priva di valore."

Secondo il senatore musa, Bitcoin (BTC), unito al crescente debito estero, decenni di pessime politiche economiche e corruzione, sono responsabili del declino della naira nigeriana. Nel frattempo, l’adozione di Bitcoin è in crescita nel Paese nel contesto delle politiche monetarie discutibili adottate dalla CBN.

Altri senatori intervenuti durante la sessione hanno contestato il divieto della CBN. Secondo il senatore Biodun Olujimi della Ekiti South Constituency, l’obiettivo della normativa crypto in Nigeria dovrebbe essere incentrato sull’impedirne l’uso soltanto da parte dei criminali:

“Non abbiamo creato la criptovaluta quindi non possiamo fermarla, e non possiamo neanche rifiutarci di fare in modo che funzioni per noi. Questi ragazzi stanno facendo grandi affari utilizzandola e la Nigeria non può isolarsi da questa sorta di attività.”

Il senato nigeriano ha deliberato di invitare il governatore della CBN per un’udienza di fronte alle commissioni competenti per discutere di questioni legate alle future normative crypto nel Paese.

Il divieto della CBN è stato accolto con forti critiche da diverse figure nella scena crypto nigeriana. Molte piattaforme di trading hanno preso provvedimenti per disattivare il finanziamento tramite fiat, incoraggiando i clienti a usare canali peer-to-peer per il momento.

Nel frattempo sono iniziate a diffondersi segnalazioni da parte di alcuni utenti, i cui conti bancari sono stati improvvisamente chiusi a causa di precedenti attività crypto. La direttiva della CBN impone infatti alle banche di chiudere i conti coinvolti nel trading di criptovalute.