Prima intervista di Patuano, da Mante.

Sto indaffarato e non riesco a commentare il tutto come vorrei.

Comunque interessante che la prima intervista, come giustamente fa notare Massimo, non avvenga ad un quotidiano.

Mi limito a commentare questo:

Marco Patuano: sette risposte sul futuro « Eraclito – Telecom Italia Blog.

Secondo Lei Internet dovrebbe continuare ad essere brutalmente neutrale o c’è spazio/necessità per qualche aggiustamento?

C’è Internet e Internet.
Se parliamo di Internet riferendoci al luogo dove soggetti diversi si scambiano informazioni in modalità Best Effort, allora sono d’accordo a che sia Net Neutral.
Se invece ci riferiamo ad uno spazio in cui si deve ottimizzare l’uso di risorse scarse (come le frequenze radiomobili) oppure lo spazio dove si vogliono utilizzare classi di servizio che richiedono livelli qualitativi più elevati del semplice “best effort”, allora è nell’interesse di tutti che questi spazi siano opportunamente regolati senza con ciò andare contro la filosofia di Internet e la cultura dell’innovazione. Quello che voglio dire è per esempio che un dato di monitoraggio sanitario ricevuto remotamente da un paziente cardiopatico è più importante del videobrowsing o del peer to peer specializzato. Sono peraltro convinto che l’innovazione che Internet produce ogni giorno, potrebbe sviluppare presto delle soluzioni per risolvere il dualismo neutralità/sostenibilità di Internet stessa per come la conosciamo oggi.

Questa storia della telemedicina è francamente luogo comune ritrito ma che ben poco c’azzecca…

va bene per il pubblico offline da colpire emotivamente (vuoi mettere il povero caridopatico moribondo per colpa del  tremendo pirata online ?), ma qui sappiamo bene che il dato di monitoraggio del paziente cardiopatico pesa un decimo di questa pagina web e la latenza introdotta da un video su internet nello stesso stadio di linea, anche con backhauling in rame, incide sul tempo complessivo di intervento come una sfollata per un errore di cambiata dell’autista dell’ambulanza…

Però, vista la conversazione aperta online, approfondiamo volentieri! Andiamo oltre il luogo comune.. facciamo un passettino avanti nel merito…

Ad esempio, Marco Patuano condivide  questa semplice proposta iniziale ? e se no, cosa non è condiviso e perchè ?

If you like this post, please consider sharing it.

5 thoughts on “Prima intervista di Patuano, da Mante.”

  1. ecco il problema sta esattamente nella frase ” ..C’è Internet e Internet” nel senso che c’e’ UNA SOLA “Internet” che deve essere associabile solo a “trasporti” che ne rispettino “tutte” le caratteristiche tecniche, organizzative, economiche (e “best effort” è un elemento fondante e non una mera opzione economica) per cui non esiste “Internet” con il best effort e “Internet” senza.
    Qualsiasi altro servizio di trasporto è perfettamente legittimo SE E SOLO SE non viene spacciato impunemente come “Internet”, perché molti operatori utilizzano il brand “Internet” per veicolare all’utente medio qualcosa che altrimenti egli non capirebbe e quindi non comprerebbe!!.
    La Net Neutrality è un elemento “intrinseco” del termine “Internet” e non si tratta quindi di qualcosa da ottenere ma di qualcosa da NON perdere, se alcuni operatori voglio realizzare trasporti NON NEUTRALI (a patto di esplicitarlo per bene al cliente) sono stra-liberi di farlo ma ciò che essi cercano non è questa libertà che già hanno, ma solo la legittimazione a chiamare “Internet” qualunque cosa sia un trasporto :-).
    E’ opportuno poi sottolineare che spesso il termine “Internet” individua tanto il trasporto End_to_End quanto i servizi che sopra tale trasporto si realizzano e nel caso dei servizi il problema non è il mantenimento della “Net Neutrality” ma il mantenimento della “interoperabilità” e della “Portabilità” dei dati di servizio accumulati da un utente che voglia migrare verso un diverso fornitore di servizio.

  2. @Stefano se posso permettermi questo post è un pò un’occasione sprecata da parte tua (con conseguente non comprensione da parte del pubblico meno esperto). Per i seguenti motivi:
    1 Hai preso l’esempio e dileggiandolo mi sembra che tu ti sia perso questa frase “Se parliamo di Internet riferendoci al luogo dove soggetti diversi si scambiano informazioni in modalità Best Effort, allora sono d’accordo a che sia Net Neutral. Se invece ci riferiamo ad uno spazio in cui si deve ottimizzare l’uso di risorse scarse (come le frequenze radiomobili) […] allora è nell’interesse di tutti che questi spazi siano opportunamente regolati senza con ciò andare contro la filosofia di Internet e la cultura dell’innovazione. ”
    Mi sembra che tradotto significhi: dove ci sono risorse scarse meglio gestire che impedire ai clienti di fruire di un servizio decente. Alias quello che succede ora con il TM in TI, alias qualcosa di molto vicino alla tua proposta. Francamente lo trovo sacrosanto, ovviamente le risorse scarse devono essere definite affinché gli operatori non utilizzino questo come pretesto per non dimensionare la propria rete (vedi gli OLO che francamente sono tutto fuorché trasparenti su questo tema),
    2 Perché chiedere a Patuano se è d’accordo con la tua proposta qui e non su Eraclito? Ok puoi essere un punto di riferimento ma francamente le conversazioni hanno dei luoghi e andrebbero rispettati
    @Dino, ti risulta che Telecom stia vendendo i suoi abbonamenti internet non chiarendo le politiche di Traffic Management?

  3. @Francesco
    non ho detto che Telecom/altri non dichiarino lo shaping … dico una cosa diversa e cioè che se l’operatore xyz vuol fare lo shaping che lo faccia pure … però che non lo chiami “accesso internet” magari lasciando solo agli utenti diligenti scoprire, pure con fatica, che ci sono delle limitazioni 🙂 mi ricordo benissimo di casi ricorrenti di chiusura della porta 25 piuttosto che di altre porte con giustificazioni ridicole e con l’amara scoperta che da nessuna parte del contratto c’era scritto che è consentito l’uso di tutte le porte e che di conseguenza la eventuale riapertura era solo una gentile concessione.
    Il brand “internet”, formatosi non certo grazie alle Telco, dalla sua nascita ad oggi ha mantenuto delle caratteristiche tecniche organizzative economiche ben precise, il fatto che ora alcune di queste caratteristiche non piacciano alle Telco non significa che gli si debba consentire un uso strumentale … esse sono libere di creare i trasporti che gradiscono però con un “brand” nuovo … vogliamo scommettere su quale sarebbe il successo delle loro proposte di trasporto se gli fosse impedito di attaccarci sopra il brand “internet”?
    A me sembra una questione di trasparenza verso il consumatore e di coerenza semantica senza la quale siamo più prossimi ad un reato che ad un rapporto commerciale.
    Aggiungo che anche la polemica delle telco sugli OTT (Over The Top) è inspiegabile secondo i paradigmi standard di internet, ogni operatore è libero di mettere la connettività che ritiene opportuna verso ogni direttrice di traffico tariffando di conseguenza ai suoi clienti … se i suoi clienti su qualche direttrice di traffico necessitano di piu risorse l’operatore può sempre (oltre a lasciare tutto cosi come è )acquistare piu risorse e ricaricare opportunamente sui propri clienti (ovviamente al rinnovo del contratto), chiamare in causa il fornitore di servizio (che a sua volta sta gia acquistando da un altro operatore il traffico COMPLESSIVO) ha solo l’effetto di far nascere anche in internet la tariffa di terminazione.

  4. @Dino, francamente non trovo da nessuna parte una definizione univoca di internet per come la intendi tu.
    Trovo molto corretto esplicitare tutti i vincoli di un accesso ad internet ma immaginare che gli operatori non possano utilizzare la parola “internet” mi pare abbastanza improbabile, soprattutto perchè alcuni vincoli non sono applicati a priori ma intervengono solo in casi specifici (almeno nel caso di TI).
    Inoltre “internet” non è proprio un brand, come non lo è la parola “automobile”.
    Per la polemica verso gli OTT sono fondamentalmente d’accordo, non credo che si debba far pagare gli OTT per la rete.
    Invece quello che dovrebbe essere fatto è smettere di permettere qualsiasi cosa agli OTT (compreso un certo regime fiscale “allegro”), anche perchè il riflesso di questa gestione soft degli OTT si traduce nell’accanirsi invece sugli UHT che gestiscono delle infrastrutture di una complessità abnorme.

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *