Esteri

Papa: "Alla gente serve tenerezza.
No preti scelti con campagne pubblicitarie"

"La diffusione del Vangelo non è assicurata dal numero delle persone, né dal prestigio dell'istituzione, né dalla quantità di risorse disponibilì", ha detto Francesco durante la messa a San Pietro per seminaristi, novizi e novizie: "Portate la gioia nelle periferie della vita". Domani il viaggio a Lampedusa,  luogo simbolo della sofferenza nel Mediterraneo
 

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CITTA' DEL VATICANO - Un richiamo alla tenerezza, alla vera essenza della parola di Dio, ad una evangelizzazione umile e sobria. Rivolgendosi ai seminaristi durante l'omelia in San Pietro, in occasione dell'anno della Fede, papa Francesco torna su un tema a lui particolarmente caro sin dal suo primo discorso da pontefice: "la gente oggi ha bisogno certamente di parole, ma soprattutto ha bisogno che noi testimoniamo la misericordia, la tenerezza del Signore, che scalda il cuore, che risveglia la speranza, che attira verso il bene", dice Bergoglio.

I giovani che si accingono ad iniziare una vita dedicata alla fede, ricorda il Papa, sono "scelti e mandati da Dio e non attraverso campagne pubblicitarie o appelli al servizio e alla generosità". Poi un nuovo affondo contro la Chiesa secolarizzata, dopo le nette parole pronunciate già ieri: la diffusione del Vangelo, sottolinea ancora, "non è assicurata né dal numero delle persone, né dal prestigio dell'istituzione, né dalla quantità di risorse disponibili". A seminaristi, novizi e novizie, Francesco ricorda che "Gesù manda i suoi senza "borsa, né sacca, né sandali".

Il Papa, che è atteso domani a Lampedusa per il suo primo viaggio, non a caso dedicato al luogo simbolo di sofferenza nel Mediterraneo, sottolinea ai ragazzi che ciò che conta per la diffusione del Vangelo è "essere permeati dall'amore di Cristo, lasciarsi condurre dallo Spirito Santo, e innestare la propria vita nell'albero della vita, che è la croce del Signore".

Ai giovani dice: "Non abbiate paura della gioia, quella gioia che ci dà il Signore, quando lasciamo che Lui entri nella nostra vita e ci inviti ad andare fuori alle periferie della vita ad annunciare il Vangelo, con gioia e coraggio". "Ci sono tanti giovani oggi in piazza, domandatevi: Gesù mi chiama ad andare a fare il bene. Ma voi siete coraggiosi per questo?", ha chiesto il Pontefice ottenendo una risposta entusiasta. "Gioia e coraggio", li ha esortati.
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Bergoglio è contrario ad una visione trionfalistica e mondana della missione: "L'evangelizzazione - dice - si fa in ginocchio" e ai seminaristi raccomanda di essere sempre uomini e donne di preghiera, perché senza il rapporto costante con Dio la missione diventa un semplice mestiere. Poi cita Benedetto XVI: "La Chiesa non è nostra ma di Dio; il campo da coltivare è suo. La missione allora è soprattutto grazia".

Annunciare il regno di Dio è urgente, dice poi il Papa durante l'Angelus. "Gesù non vuole agire da solo, vuole diffondere l'amore di Dio con lo stile della fraternità. Per questo allena la comunità dei discepoli alla loro missione. Ma lo scopo non è passare del tempo insieme e socializzare, ma annunciare con urgenza il regno di Dio".

Infine, un accenno all'enciclica Lumen Fidei, redatta a quattro mani con Benedetto XVI: penso che possa essere utile "anche a chi è alla ricerca di Dio e del senso della vita", dice Papa Francesco parlando a piazza San Pietro. "La metto nelle mani di Maria, icona perfetta della fede, perché possa portare - ha auspicato - quei frutti che il Signore vuole". "Tutti specialmente oggi - ha sottolineato il Pontefice spiegando il senso della Lumen fidei - abbiamo bisogno di andare all'essenziale della fede cristiana, di approfondirla, e di confrontarla con le problematiche attuali".