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Manifestazione in ricordo delle quattro persone morte durante le settimane di protesta.

Istanbul, in migliaia tornano in piazza Taksim
Garofani e slogan, la polizia carica e sgombra

Di nuovo idranti e gas lacrimogeni per disperdere la folla
Il premier: Turchia e Brasile vittime di un complotto straniero

Manifestazione in ricordo delle quattro persone morte durante le settimane di protesta.

Istanbul, in migliaia tornano in piazza Taksim
Garofani e slogan, la polizia carica e sgombra

Di nuovo idranti e gas lacrimogeni per disperdere la folla
Il premier: Turchia e Brasile vittime di un complotto straniero

Polizia disperde la folla con gli idranti

Migliaia di persone sono tornate a manifestare sabato sera a piazza Taksim, a Istanbul, in ricordo delle quattro persone (tre dimostranti e un poliziotto) che hanno perso la vita durante le ultime settimane di proteste. In mano tenevano garofani rossi, qualcuno cantava «Tayyip dittatore!» con riferimento al premier turco Recep Tayyip Erdogan. Un imponente dispositivo di sicurezza è stato organizzato attorno alla piazza simbolo della rivolta anti-governativa turca. Dopo aver intimato alla folla di sgombrare il luogo diventato il simbolo del movimento contro il governo Erdogan, la polizia ha iniziato a usare di nuovo i potenti idranti per disperdere la folla. A quel punto sono iniziati gli scontri.

NELLA NOTTE CARICHE E GAS LACRIMOGENI - La polizia ha ripreso nella notte il controllo di piazza Taksim e delle strade limitrofe, dopo diverse ore di scontri con gruppi di manifestanti. Verso le 2 di domenica ora locale (l'1 in Italia), diverse centinaia di agenti delle unità antisommossa, armati di cannoni ad acqua, si sono schierati sulla piazza a sorvegliare le arterie di collegamento. La maggior parte dei gruppi di dimostranti che si sono scontrati con le forze dell'ordine sono stati dispersi con numerose cariche e lanci di gas lacrimogeni, mentre la barricata che avevano eretto sulla grande strada pedonale che porta a piazza Taksim, via Istiqlal, è stata smantellata.

COMPLOTTO - Erdogan torna a parlare di complotto. E questa volta lo fa a Samsun, durante il comizio di fronte a decine di migliaia di persone durante il comizio a Samsun. L'ennesimo evento pubblico con cui il premier turco, a fronte del massiccio movimento di protesta contro il suo governo, sta cercando di galvanizzare il sostegno popolare. «Prima la Turchia, ora il Brasile, sono vittime di uno stesso complotto straniero teso a destabilizzare i loro governi attraverso presunti movimenti antigovernativi», ha sostenuto il premier turco. «Lo stesso gioco ora lo stanno giocando in Brasile - ha detto Erdogan - i simboli sono gli stessi, i poster sono gli stessi, Twitter, Facebook sono gli stessi, i media internazionali sono gli stessi. Loro, i dimostranti, sono guidati dallo stesso centro. Stanno facendo del loro meglio per ottenere in Brasile quello che non sono riusciti ad ottenere in Turchia - ha aggiunto riferendosi a queste presunte forze complottistiche straniere - è lo stesso gioco, la stessa trappola, lo stesso obiettivo».

(modifica il 23 giugno 2013)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Redazione Online

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