Economia

Montezemolo: "Mi aspettavo un grazie dalla famiglia Agnelli"

(agf)
L'ex presidente della Ferrari torna sulla sua uscita dal gruppo Fca e lancia una frecciata alla famiglia che lo ha scaricato in fretta e furia. Frena sulla sua presidenza in Alitalia, mentre chiede di poter competere correttamente con Italo contro Trenitalia
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MILANO - "Ho avuto un rapporto molto forte con la famiglia Agnelli, credo di aver fatto qualcosa di importante nel 2004 ad accettare di fare il presidente della Fiat in un momento drammatico, forse un grazie in più me lo sarei aspettato, ma va bene così". Così Luca Cordero di Montezemolo commenta, intervistato alla trasmissione Porta a Porta, la sua uscita dal gruppo Ferrari dove è stato per 23 anni presidente. L'avvicendamento, ha spiegato Montezemolo, molto probabilmente è stato legato "alla necessità di avere la Ferrari all'interno del grande gruppo Fca. Certo non mi ha fatto molto piacere il modo". Secondo Montezemolo tutto è avvenuto "in fretta, in relazione al grande appuntamento della borsa di Wall Street" per Fca.

La liquidazione di Montezemolo

"La Ferrari insieme alla mia famiglia è la cosa più importante della mia vita", sostiene Montezemolo. "Sono stato 23 anni da presidente e prima da ragazzo di bottega con Enzo Ferrari - racconta - la Ferrari è un pezzo di bandiera italiana, un insieme di bellezza estetica, di passione come il rosso e di tecnologia estrema. Quando una la guida o la segue nei circuiti è sempre una grande emozione. Io dico sempre che noi non vendiamo un'auto, ma vendiamo un sogno".

Il gruppo Fca ora "è una multinazionale che ha sede a Detroit e una serie di sedi in giro per il mondo, con una forte componente americana e una componente italiana". Alla domanda se la Fiat si possa considerare non italiana, risponde: "è un po' un dato di fatto. Fca le produce ma non le progetta in italia". All'ulteriore domanda se la Ferrari diventerà americana, Montezemolo si è limitato a rispondere: "non voglio sembrare nostalgico, credo si apra una fase nuova, diversa". La Ferrari è "all'interno di un grande gruppo, è c'è l'orgoglio di portare a questa multinazionale un supporto importante".

L'ex presidente parla anche dell'attuale momento negativo della squadra corse. "Visto che si dice che ultimamente non vinciamo tanto, dal 1999 ad oggi abbiamo vinto 14 titoli mondiali in 15 anni". "Nel 2000 vincemmo il mondiale in Giappone con Michael Schumacher dopo 23 anni - ricorda - era l'alba in Italia e ricordo la telefonata dell'avvocato Agnelli. Per la prima volta l'ho sentito piangere per la gioia perché era un momento particolare per la Fiat, per lui che non stava bene e per l'Italia. Nel 2003 gli dedicammo la macchina la Ferrari 'G.A' e si vinse mondiale piloti e costruttori". "Negli ultimi anni siamo la squadra che ha vinto di più al mondo e sia nel 2008 che nel 2010 e nel 2012 abbiamo perso il mondiale nell'ultima gara - dice ancora - la stagione veramente deludente è stata l'ultima ma questo è lo sport". "In Formula Uno ci sono dei cicli, il nostro è stato lunghissimo, poi ci sono stati 2 anni forti della Renault, poi Red Bull e ora Mercedes, che con tutto rispetto non vinceva da 30 anni. Bisogna riprendere un nuovo ciclo, lavorare molto e investire tenendo conto che oggi le macchine sono ibride".

Montezemolo affronta anche l'argomento Ntv, la società di trasporti a cui appartiene il marchio Italo ed è concorrente di Trenitalia. "Italo in affanno? Abbiamo circa 1100 giovani con un'età media fra i 27 ed i 28 anni. È una bellissima impresa, la gente finalmente può scegliere. È servito anche al concorrente monopolista che è cresciuto anche lui. Noi chiediamo una concorrenza giusta". Lo dice il socio fondatore di Ntv, Luca Cordero di Montezemolo, in un'intervista rilasciata a 'Porta a Porta' che andrà in onda questa sera. "Oggi paghiamo un canone fuori da ogni realtà che pesa sul conto economico - aggiunge - è un momento delicato, siamo pronti ad investire sul mercato ma servono regole di chiara e corretta concorrenza. Italo è un buon servizio, pulito, ma per continuare a investire servono regole chiare".

Prende , invece, tempo per una sua eventuale nomina in Alitalia. "In questo momento vorrei aver tempo di riflettere", risponde sull'ipotesi della sua candidatura a presidente del nuovo gruppo Alitalia-Eihad. Quella con il vettore arabo, ha aggiunto, "credo sia un'operazione molto buona, c'è grande complementarietà. Ho cercato di fare molto per favorire questo accordo".




 
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