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LA «PRIMAVERA TROPICALE»

Brasile, un milione in piazza, due morti
Il governo: «A rischio la visita del Papa»

Le vittime durante le manifestazioni. Scontri a Brasilia e Rio
La presidente Rousseff convoca il gabinetto di crisi

LA «PRIMAVERA TROPICALE»

Brasile, un milione in piazza, due morti
Il governo: «A rischio la visita del Papa»

Le vittime durante le manifestazioni. Scontri a Brasilia e Rio
La presidente Rousseff convoca il gabinetto di crisi

Brasile, dilaga la protesta

Non si ferma la protesta di massa in Brasile, e il bilancio degli scontri di giovedì sera registra i primi morti dopo 10 giorni di manifestazioni. La prima vittima a Ribeirao Preto, a 330 km da San Paolo: secondo la polizia sarebbe stata investita da un'auto durante una dimostrazione. La seconda vittima invece è deceduta durante le manifestazioni di protesta a Belem: un'impiegata della nettezza urbana si è trovata tra le proteste e gli scontri e sarebbe stata stroncata da un infarto. La marea umana della «Primavera tropicale» ha visto un milione di persone invadere le strade di tutte le principali città: la sola Rio de Janeiro ha visto marciare almeno 300 mila persone. Ma sono state le dimostrazioni a Brasilia a preoccupare le autorità, al punto da spingere la presidente Dilma Rousseff ad annullare la visita in programma in Giappone e a convocare per venerdì mattina alle 9,30 (le 14,30 in Italia) un gabinetto di crisi con i ministri a lei più vicini.

LA VISITA DI PAPA FRANCESCO - La tensione dunque sale. Al punto che il segretario generale della presidenza, Gilberto Carvalho, dopo una riunione con diverse autorità sui preparativi della visita del pontefice in occasione della Giornata mondiale della gioventù ha dovuto ammettere che la visita del Papa, prevista dal 22 al 28 luglio, potrebbe essere a rischio: «Abbiamo una serie di complicazioni e preoccupazioni. Quello che sta accadendo potrebbe avere riflessi sulla Giornata mondiale della gioventù», ha detto Carvalho, pur precisando che «non si può dire che la Giornata trascorrerà in un clima simile a quello di questi giorni. Ma - ha avvertito - dobbiamo essere preparati». Carvalho ha anche ammesso che il presidente brasiliano Dilma Rousseff è «preoccupato».

La protesta a Rio (Ap)La protesta a Rio (Ap)
SCONTRI A BRASILIA - Circa 30 mila manifestanti hanno occupato l'enorme Esplanada dos Ministerios nella capitale: la polizia ha formato un cordone per impedire ai dimostranti di salire sul tetto del Congresso, come era avvenuto nei giorni scorsi, e ulteriori misure di sicurezza hanno protetto il palazzo presidenziale. Alcuni manifestanti hanno però attaccato il ministero degli Esteri, distruggendo una delle vetrate dell'ingresso dell'edificio, uno dei simboli della città ideata dall'architetto Oscar Niemeyer. Drappelli di contestatori hanno bersagliato con pietre e bottiglie gli agenti in assetto anti-sommossa: la polizia ha risposto con un fitto lancio di lacrimogeni e ripetute cariche. Il Partito dei Lavoratori facente capo a Rousseff, e al predecessore Luiz Inacio «Lula» da Silva, ha esortato nel frattempo i militanti ad appoggiare le proteste.

Il video del ragazzo morto

Gli scontri a Brasilia (Afp)Gli scontri a Brasilia (Afp)
TRECENTOMILA A RIO - Secondo i calcoli di un esperto di sicurezza «twittati» dalla stessa polizia, le vie di Rio de Janeiro sono state invase da un'impressionante marea di 300 mila persone. Momenti di tensione a Salvador de Bahia, con scontri tra polizia e una parte dei circa 20 mila manifestanti: feriti un poliziotto e un dimostrante, raggiunto da un proiettile di gomma. Al grido di «usciamo da Facebook», la protesta mostra di non accontentarsi del primo concreto successo ottenuto, con lo stop all'aumento del prezzo dei biglietti di bus e metropolitana nelle principali città che aveva innescato la rivolta una settimana fa. Un movimento del tutto insolito nel Paese di 194 milioni di abitanti, che da oltre 20 anni non registrava manifestazioni di massa e che ha colto di sorpresa autorità e osservatori: da anni descritto come uno dei Bric, i Paesi in costante crescita, il Brasile si trova ora alle prese con un malessere diffuso, dovuto a servizi pubblici precari, una corruzione diffusa e un'inflazione che rischia di andare fuori controllo. Il tutto di fronte all'enorme spesa - 11 miliardi di dollari - per l'organizzazione dei Mondiali di calcio del 2014, preceduti dalla Confederations Cup in corso in questi giorni e seguiti, nel 2016, dalle Olimpiadi in programma a Rio. Un gigantismo sportivo che doveva celebrare i fasti di una paese in crescita irrefrenabile e che all'improvviso si ritrova a fare i conti con gli squilibri di sempre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Redazione Online
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