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De Laurentiis alza al cielo la Supercoppa 

De Laurentiis: "Il mondo ci guarda. È Napoli-Juventus il vero derby d'Italia"

I disagi del San Paolo, i dubbi sul futuro di Benitez, la crisi della serie A. Il presidente azzurro parla alla vigilia della sfida di domenica ai bianconeri, 18 giorni dopo la Supercoppa a Doha: "È stata uno spot per il calcio italiano"

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NAPOLI - Scalo tecnico, ma anche scaramantico. Nel suo viaggio di ritorno dalle vacanze, iniziate dopo la festa del 22 dicembre nella Supercoppa, Aurelio De Laurentiis ha fatto tappa proprio a Doha: alla vigilia della rivincita in campionato con la Juve. Un'ora di pit stop, tra un volo e l'altro, di cui il presidente del Napoli ha approfittato per riassaporare le emozioni di fine anno e soffermarsi sul buon momento della sua squadra: tra passato e futuro. "La sfida in Qatar è stato uno spot planetario per il nostro calcio, con 170 tv collegate. Noi e i bianconeri abbiamo dato il massimo e regalato emozioni, che è lecito attendersi anche domenica sera al San Paolo. Ci guarderanno in tutto il mondo".
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Napoli contro Juve, atto numero 159...
"Per me è il derby nazionale: la Juve non è una squadra torinese, ha un tifo trasversale in tutta l'Italia, perfino nella nostra città. Ma il Napoli è la bandiera del meridione".

È una partita diversa pure per lei, vero De Laurentiis?
"Speciale in assoluto, specialissima per me: ho battuto per la prima volta la Juve quando eravamo in C1, in un torneo estivo. Poi abbiamo fatto insieme con i bianconeri il percorso dalla B alla serie A. Molte volte hanno vinto loro, ma spesso è capitato anche noi...".

Dall'ultima sono passati appena 18 giorni e già le tocca la rivincita.
"Siamo pronti: ma non è un bene per i tifosi che lo stesso show debba già riandare in scena. La Supercoppa era prevista per agosto, poi siamo stati costretti a spostarla a dicembre, per colpa dei preliminari di Champions: non c'erano altre date".

Dov'è l'errore?
"Il calendario è ingolfato: ora c'è la Coppa d'Africa, che a noi toglie Ghoulam. Bisognerebbe mettere ordine, giocare a Natale e dare ai club la possibilità di ritagliarsi i propri spazi. Siamo noi a tenere in piedi il circo: non Blatter e Platini, politici che non si curano degli imprenditori. Senza equilibrio, però, alla fine ci rimettono i tifosi: che meriterebbero rispetto".

La gita in Qatar è stato un lusso per pochi...
"Ero contrario: avevo proposto di giocare la Supercoppa in due gare: andata a Napoli, ritorno a Torino. Proprio per i tifosi. Ma mi hanno detto che c'erano la neve, le vacanze... Stavolta invece il San Paolo potrà riempirsi e ne sono felice. Sarà anche l'occasione per onorare un grande artista come Pino Daniele".
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Partita speciale: per 50 mila.
"Ma è un peccato giocarla in un impianto non all'altezza. Ci sarà perfino una parte di curva inagibile. Purtroppo il Comune è sempre più assente e io sono preoccupato: per il futuro del calcio a Napoli e di tutta la città".

Da che dipende l'emergenza del San Paolo?
"Dai ritardi dell'amministrazione, giganteschi. Il nostro stadio è inadeguato, manca anche la manutenzione: ci siamo vergognati d'ospitare club come Bayern, Arsenal, Manchester".

Il Napoli non può nulla?
"Il Napoli ha anticipato parecchi milioni, in lavori d'urgenza, per dare un po' di decoro e dignità al San Paolo. Dovrebbe essere lo stadio della terza città di Italia, o no?".

De Laurentiis la sua parte l'ha fatta?
"Valuti lei. Dieci anni fa il Napoli era un pezzo di carta. Ora è protagonista in campo internazionale. Le istituzioni cittadine avrebbero dovuto sventolare i nostri risultati come uno spot: il bello del calcio contro la Terra dei Fuochi".

E invece?
"Siamo tra i primi 25 club del continente, per meriti sportivi. Quando giriamo l'Europa, però, ci misuriamo con realtà più evolute della nostra: in Spagna, Portogallo, dovunque. È un limite per tutti i club italiani, non solo del Napoli. Siamo sottosviluppati. Ma così dove andiamo?".

È un po' invidioso anche della Juve?
"Mai provato invidia. Alla Juve ruberei solo la continuità: il club bianconero ha una proprietà storica e consolidata. Il Napoli invece è mio da appena due lustri, altrimenti saremmo molto più avanti anche noi. Siamo un'entità nuova, pur avendo conservato per amore e rispetto dei tifosi il nome della società precedente. Ma non siamo nati nel 1926: abbiamo solo dieci anni di vita, pure della mia, che ho dedicato e dedicherò al calcio senza pentimenti. Mi sento un paladino di Camelot".

E Benitez? Resterà ancora nella sua Tavola Rotonda?
"Ha tutta la mia stima e il mio appoggio. Spero che Rafa resti con noi. Con la qualità di uomini come lui, cresce meglio tutto il contesto. L'incertezza sul suo futuro non mi preoccupa, però. Mazzarri ci ha lasciati dopo quattro anni e un secondo posto, ma siamo riusciti a sostituirlo con un allenatore esperto e di alto livello. Succederà lo stesso anche con Benitez, nel caso: il Napoli continuerà ad avere una guida dello stesso livello per preparazione e capacità".

S'è già rassegnato a cambiare, allora...
"Macché. Noi abbiamo un valore aggiunto: una tifoseria super, che hanno in pochi al mondo. Benitez è un calmo-sanguigno, sono certo che abbia percepito la grande differenza. Ma nella vita tutto è possibile: non si può escludere che gli arrivi un'offerta irresistibile dal Circolo dei 5. Per questo dico che dovremo essere pronti a ogni evenienza: la vita del Napoli andrà avanti comunque".

A proposito: le è piaciuta la goleada di Cesena?
"La prima mezz'ora mi aveva trasmesso un po' di fastidio e ansia. Poi la nostra qualità ha fatto la differenza. Mi è piaciuta l'intesa tra Hamsik e Higuain e il loro abbraccio. La forza del nostro spogliatoio sta crescendo: tutti per uno e uno per tutti. È così che si vince".

La Supercoppa è stata la svolta?
"Penso di sì, ci stiamo portando dietro la carica di Doha. Il Napoli è in palla e sente molto questo nuovo appuntamento con la Juve. Dovremo fare attenzione, però: le partite di campionato sono diverse. Con i bianconeri sono sempre sfide tiratissime: spesso vincono loro, ma abbiamo vinto anche noi, qualche volta...".
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