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Posta elettronica certificata al debutto tra le incertezze

di Marisa Marraffino

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2 novembre 2009
Cosa sono la PEC e la firma elettronica

Debutto incerto per la posta elettronica certificata.
Il restyling informatico di professionisti, imprese e pubblica amministrazione, avviato dal decreto anti-crisi, rischia di trasformarsi nell'ennesima rivoluzione mancata.
Per gli avvocati, l'assenza di coordinamento con le norme sul processo civile telematico potrebbe determinare una frenata netta nella diffusione della pec tra i legali, almeno nel breve periodo. Mentre dall'Ordine dei Medici è partita la prima richiesta di proroga della scadenza prevista per il prossimo 28 novembre.

Le scadenze e gli obblighi
Inserita nel decreto anti-crisi, la disciplina della pec ha subìto una serie di rinvii ed emendamenti per aggiustarne la portata che, di fatto, ne hanno rallentato la domanda da parte dei destinatari, indecisi sul da farsi. L'obbligo riguarda circa 2 milioni di professionisti, oltre alle società e alle pubbliche amministrazioni. Per tutti gli altri la pec, per ora, è facoltativa: dallo scorso mese può essere richiesta gratuitamente al sito dell'INPS e dell'ACI.
Tra i privati, la sperimentazione ha ottenuto buoni risultati. Sono già state chieste all'INPS 16.902 caselle certificate e 1.737 sono già attive. Ad agosto, secondo i dati del C.N.I.P.A. (centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione), le pec complessive in uso erano oltre 585 mila.
L'obbligo di dotarsi della pec scatta, invece, per le società di capitali, per le società di persone, per i professionisti iscritti in Albi o elenchi e per le pubbliche amministrazioni, ma sarà un debutto in tre tempi.
Per tutti i professionisti iscritti ad albi o elenchi l'obbligo scatta a partire dal 28 novembre. Entro quella data dovranno far pervenire anche al proprio Ordine di appartenenza il proprio indirizzo certificato.
Per le imprese di nuova costituzione, invece, l'obbligo scatta già all'atto di iscrizione alla Camera di Commercio, mentre per quelle già esistenti il termine ultimo è il 29 novembre 2011.
L'indirizzo pec dovrebbe costituire a breve l'unico mezzo di comunicazione con le pubbliche amministrazioni, compresi gli organi giudiziari ed il consiglio dell'Ordine di appartenenza.

I vantaggi e gli svantaggi della PEC
Nonostante i limiti operativi della pec, soprattutto in questa fase di start up, sono in molti a sperare che diventi presto uno strumento privilegiato di comunicazione, soprattutto tra gli avvocati. «È forse troppo presto per dire se prevarrà la PEC o se continueranno a dominare gli altri sistemi di trasmissione dei documenti informatici – spiega l'avvocato Massimo Travostino del foro di Torino, esperto di informatica giuridica - quel che è certo è che i documenti informatici e la trasmissione telematica degli stessi sono destinati a diventare di uso corrente da parte degli avvocati e questo inciderà sensibilmente sullo svolgimento dell'attività professionale».
Intanto, al Tribunale di Milano, già da alcuni mesi le comunicazioni ed i biglietti di cancelleria non vengono più inviati tramite ufficiale giudiziario, ma a mezzo pec. Un segnale che fa ben sperare, anche se non tutti i fori sono sulla stessa linea.
«Non credo che all'indomani della scadenza del prossimo 28 novembre saranno in molti ad utilizzare la pec – spiega l'avvocato Guido Scorza del foro di Roma ed esperto di diritto delle nuove tecnologie - mancano, infatti, concrete possibilità di utilizzo di tale strumento nell'esercizio della professione specie se, come sembra, la PEC non potrà essere utilizzata nell'ambito del processo civile telematico. Inoltre, il fatto che ciascuno potrà disporre di diversi indirizzi di posta elettronica certificata e che non è, allo stato, prevista un'anagrafe digitale degli indirizzi PEC induce a dubitare che attraverso la posta elettronica certificata potranno davvero mandarsi in pensione le raccomandate cartacee».
Inoltre, il successo della pec dipenderà in larga misura dal suo grado di diffusione. Per produrre a pieno gli effetti giuridici previsti dalla legge è necessario, infatti, che sia il mittente che il destinatario del messaggio siano dotati di una casella di pec. In caso contrario, il mittente potrà avere una prova legale dell'invio, ma non del ricevimento del messaggio.
A vantaggio della pec, invece, oltre alla sua gratuità, almeno per i professionisti, grazie a convenzioni con gli Ordini di appartenenza, anche la facilità di utilizzo, pari a quella di una normale casella mail.
«Qualsiasi tipo di dato in formato elettronico può essere trasmesso tramite pec - conclude l'avvocato Travostino - e poi consente di sostituire la raccomandata con ricevuta di ritorno, aggiungendo la certificazione del contenuto del messaggio trasmesso, cosa che nella raccomandata tradizionale non è possibile. E' consigliabile, però, abbinare la PEC alla sottoscrizione con firma digitale dei documenti trasmessi in modo da avere una garanzia anche in ordine alla paternità della sottoscrizione.»
Tra i limiti della pec, anche quello di essere uno strumento di comunicazione limitato al territorio italiano.
«La pec rimane un'invenzione italiana – spiega l'ingegnere Massimo Penco - pertanto è valida solo entro i confini nazionali. Ma imprese e professionisti hanno bisogno di comunicare anche con il resto del mondo, credo pertanto che le tradizionali mail continueranno a restare la forma privilegiata di comunicazione anche tra professionisti. Sarebbe un po' come chiedere a tutti di iniziare ad inviare raccomandate invece di posta ordinaria».

2 novembre 2009
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